La lettura della partitura

mozart-sinfomia-40 Il requisito più importante per accostarsi alla partitura è possedere una capacità di immaginazione uditiva coscientemente educata, facoltà che può essere ottenuta da chiunque non sia insensibile ai suoni. Certo, acquistarla non è facile, e non si ottiene semplicemente leggendo libri. La capacità di leggere una partitura è il risultato di una lunga pratica e di un’attiva esperienza musicale. Ma il piacere di rendersi conto con l’intelligenza di che cosa succeda nella partitura, riconpensa di gran lunga ogni sforzo fatto a questo scopo. Forse è superfluo avvertire che il procedimento della lettura di una partitura non assomiglia alla lettura di un romanzo o di una novella. Se si potesse in linea di massima fare un paragone fra i due generi di lettura, la si potrebbe avvicinare piuttosto alla lettura di un dramma in versi facendo bene attenzione a tutte le indicazioni per la realizzazione scenica. Chi ha già visto o sentito una commedia può automaticamente ricordare, quando legge, l’azione, la scenografia, i colori dei costumi e così via, con la stessa vivezza della reale rappresentazione scenica. Qualcosa di simile avviene per un esperto lettore della partitura. Di grande importanza è la conoscenza sonora (cioè diretta) della musica, così come la familiarità con la sua tecnica generale. Quanto più si è a conoscenza dello stile, del linguaggio e della tecnica dei vari compositori, tanto più è facile far rivivere mentalmente la musica della partitura. In effetti più della metà del mistero della partitura, consiste semplicemente nel possedere ben sviluppate una immaginazione uditiva musicale; il che non significa soltanto ricordare i motivi, ma ricordare altrettanto bene e riascoltare mentalmente i vari accordi, timbri e coloriti del brano musicale.

Lettura orizzontale e verticale


La facoltà di riconoscere le melodie principali di una partitura, o, in altre parole, l’accostarsi ad essa in senso orizzontale, è abbastanza facile da conseguire e può dare al futuro lettore di partitura la sua prima soddisfazione. Raggiunta questa abilità riconoscerete con una certa facilità la melodia di una partitura del periodo classico. Quasi sempre potrete rendervi conto a quali strumenti si affida la melodia principale; gli archi, spina dorsale dell’orchestra, certamente la suoneranno prima o poi (spesso sono i violini a farla udire per primi) e la si potrà rintracciare tra gli strumenti ad ogni apparizione. Riconoscere i temi, le melodie e le varie figurazioni melodiche e ritmiche è ovviamente molto  importante,  ma altrettanto importante è riconoscere e percepire le armonie. Questo a volte può essere abbastanza facile nel caso di cadenze comprese nel sistema tonale come la cadenza perfetta V – I (quinto grado dominante che risolve nella tonica; nella  musica  di ispirazione religiosa  è conosciuta come cadenza dell’amen); molto spesso nella  musica contemporanea tutto questo diventa più intricato visto che a volte si fa ricorso ad una’armonia diversa da quella tradizionale e classica, come l’armonia quartale ad esempio, ma soprattutto a quegli  accordi chiamati cluster, ovvero composti da note con intervalli non relazionati tra loro secondo le ferree regole dell’armonia del XVIII e XIX secolo. Di cluster sono piene le partiture di musica contemporanea e solo un orecchio ben allenato riesce a distinguerle e differenziarle all’interno di esse. Compositori come Karlheinz StockhausenGyörgy LigetiKrzysztof Penderecki hanno fatto un costante uso di cluster nelle loro composizioni. Qualcuno potrebbe chiedere “cosa fare  quando si è completamente digiuni di ogni pratica di lettura della partitura?” la risposta è semplice: si deve prendere in esame la partitura battuta per battuta, con attenzione particolare, e leggere ogni parte separatamente, finchè l’orecchio sente l’immagine sonora nel suo complesso. La tecnologia oggigiorno ci viene in aiuto, visto che possiamo vedere in rete video dove la musica è sincronizzata con le immagini della partitura ;  questo può aiutare a farci comprendere in modo più approfondito quella magia chiamata musica senza essere necessariamente dei direttori d’orchestra.