Intorno agli anni 40 del secolo scorso assistiamo alla nascita delle grandi orchestre swing in particolare quelle di Benny Goodman e Glenn Miller. Infatti In pieno periodo bellico, i locali e le case discografiche si sforzano di far dimenticare la guerra ed i problemi sociali ( tra cui l’apartheid verso i neri).
In queste big band militano soprattutto musicisti bianchi, che hanno assimilato perfettamente il linguaggio swing e si accaparrano le sempre più scarse occasioni di lavoro.
Alcuni musicisti consideravano queste orchestre troppo commerciali e soprattutto rigide per quanto riguarda le loro possibilità improvvisative. Da queste premesse nasce un nuovo movimento che si chiama “bebop” i cui padri fondatori saranno il chitarrista Charlie Christian, il pianista Thelonious Monk , Dizzy Gillespie, il batterista Kenny Clarke e il sassofonista Charlie Parker. Quest’ultimo è da molti ritenuto il vero padre del bebop. Un musicologo scrisse :” Si deve a Bird (Parker) più che a chiunque altro il modo in cui fu suonata quella musica; ma è merito di Dizzy se fu messa per iscritto.”
Questo nuovo genere aveva nell’ improvvisazione il suo aspetto fondamentale. La melodia di un brano molto spesso era messa in secondo piano per dar spazio alle pirotecniche abilità degli improvvisatori. L’armonia faceva ricorso molto spesso alle sostituzioni armoniche ed alle dissonanze, in contrapposizione alla musica swing delle grandi orchestre che era scritta sullo spartito e non consentiva sufficiente libertà agli improvvisatori.
Nel bop, tutto quello che è banale, scontato, ballabile o gradito al pubblico medio dell’epoca è sistematicamente bandito.
Questi musicisti si accorsero che le consuete scale di 7 note creavano degli inconvenienti per le loro improvvisazioni. Questo perchè 7 non è un numero divisibile per 2 e nel tempo di 4/4 rendeva difficoltoso suonare tutte le note della scala. Per questo nasce la scala bebop che è composta da 8 note dove con quattro note si poteva arpeggiare l’accordo e con le restanti creare delle note di appoggiatura.
Come si può notare tale scala è una consueta scala maggiore con in aggiunta la sesta diminuita.
Armonizzando questa scala verranno fuori accordi che per adesso non ci interessano visto che l’argomento del post è la scala di sesta diminuita nell’uso che ne ha fatto il grande pianista e insegnante Barry Harris.
In pratica la scala di sesta diminuita maggiore coincide esattamente con la scala maggiore bibop, quello che cambia è l’armonizzazione fatta da Harris che ha armonizzato questa scala in modo che il primo grado generi un’accordo di sesta.
Notate la bellezza (a mio avviso) di questi accordi che sembrano “risolvere” naturalmente l’uno sull’altro. Spiegheremo più avanti che non è un impressione soggettiva ma vi è una ragione ben precisa per questa risoluzione.
Qualcuno di voi molto scaltro avrà notato che questa scala ha praticamente 2 soli accordi identificati dal primo e secondo grado ovvero: C6 e D dim7 , tutti gli altri sono i rivolti di questi due . Infatti anche il VI grado Am7 non è altro che un C6/A al basso.
Questo fatto rende questa scala molto interessante per una serie di motivi che cercherò di spiegare in seguito.
I quattro accordi diminuiti della scala possono essere considerati ciascuno di 7 dominante (ecco perchè prima ascoltandoli sembravano risolvere uno sull’altro) e quindi offrire possibilità di modulazione anche a toni lontani in modo molto sofisticato. Prendiamo la cadenza 2-5-1 nella sua forma più semplice e banale.
Osserviamo che i quattro accordi diminuiti generati dalla scala sono composti dalle stesse note ovvero: F, Ab, B, D, ma appaiono con nomi diversi per via dei rivolti. Possiamo considerarli accordi di settima dominante aggiungendo la tonica abbassando di un semitono ciascuna nota dell’accordo avremo così quattro accordi di 7b9 : E7/b9, G7/b9, Bb7/b9,Db7/b9 ed altrettante possibilità di modulazione . Ecco tutte e quattro le modulazioni partendo dalla nostra sequenza 2-5-1 di Do:
Considerando che come abbiamo detto gli accordi della scala sono solo 2 sarà facile memorizzarli (almeno spero) ed esercitarsi nelle rimanenti 11 tonalità. Lo schema sarà sempre questo: T T S T S S T
Il fatto che tu suoni il piano, la chitarra , od il sax poco cambia: il consiglio è quello di esercitarsi con questa benedetta scala di sesta diminuita perchè il bello deve ancora venire e quando la avrete perfettamente assimilitata avrete un potente strumento che vi farà volare ad metro da terra rispetto agli altri musicisti che non la conoscono .
A presto per la seconda parte dove ci occuperemo di un aspetto veramente incredibile di questa scala : ovvero di come armonizzare ogni singola nota di qualsiasi melodia lasciando a bocca aperta chi vi ascolta.
A presto