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Breve storia della musica elettronica 1900-1960

intonarumori

Intonarumori

Agli inizi del novecento alcuni musicisti si cominciarono a domandare se le combinazioni di note ottenibili per formare una melodia fossero giunte al termine, ovvero il dubbio era – è possibile ancora poter comporre una musica completamente nuova che non usi combinazioni di note già scritte in passato? – la risposta è, almeno da un punto di vista matematico “si”, in quanto considerando non solo le combinazioni delle 12 note possibili , ma anche le molteplici caratteristiche espressive, possiamo affermare che da un punto di vista combinatorio le possibilità siano quasi infinite. Rimane il fatto che,  grazie anche alla letteratura (Marcel Proust)  e soprattutto alla nascente psicoanalisi (Sigmund Freud), si sentì l’esigenza di scoprire nuove forme. Queste nuove forme dovevano rappresentare l’inconscio; i primi esponenti di questo nuovo modo di concepire la musica e l’arte in generale  furono  Ferruccio BusoniEdgar Varèse. Il limite, se si pensa che siamo agli inizi del 900, era l’utopia di questa nuova musica che non poteva essere concretizzata. Ci furono anche altri due musicisti che si accostarono a loro volta a questo argomento, in modi diversi, ma sicuramente con ottimi risultati: Claude Debussy e Bèla Bartòk, tali da far interessare la musica cosiddetta colta. Il primo basando la sua composizione sull’intuizione, il secondo facendo perno sulla ricerca. Nel frattempo nascono  i primi sistemi elettromeccanici per la produzione di nuovi suoni (nuovi intervalli). Continua a leggere