Archivi categoria: musica elettronica
L’eredità di Pierre Boulez
Il 5 Gennaio veniva a mancare il compositore, direttore d’orchestra e musicologo Pierre Boulez. Personaggio di primissimo piano della musica del XX e del XXI secolo, fu un ricercatore e presenza carismatica per la cultura musicale europea. Oltrepassando ogni forma di manierismo classico-romantico sperimenta nuovi linguaggi insieme a compositori come Continua a leggere
La sintesi sonora granulare
La sintesi granulare è quel procedimento di sintesi che utilizza la scomposizione del suono in unità fondamentali chiamati grani . Ogni grano o quanto sonoro è talmente piccolo che non può essere udito singolarmente, avendo una durata che varia da 1 a 100 ms. Ciascuno di queste unità quantiche di informazione sonora viene elaborata modificandone all’occorrenza la velocità, la fase, l’intensità e la frequenza. Il procedimento successivo consiste nella stratificazione e/o concatenazione di un gran numero di questi grani al fine di ottenere un nuovo timbro. Continua a leggere
La sintesi sonora additiva
La sintesi additiva rappresenta la forma primordiale di generazione sonora. Essa è finalizzata alla creazione/emulazione di timbri di una certa complessità, come quello di un qualsiasi strumento musicale acustico od elettronico. Si fonda sul principio della serie di Fourier la quale prevede che una funzione periodica può essere scomposta in una serie di funzioni sinusoidali fondamentali; nel nostro caso le onde acustiche di un suono. Continua a leggere
Breve storia della musica elettronica 1900-1960

Intonarumori
Agli inizi del novecento alcuni musicisti si cominciarono a domandare se le combinazioni di note ottenibili per formare una melodia fossero giunte al termine, ovvero il dubbio era – è possibile ancora poter comporre una musica completamente nuova che non usi combinazioni di note già scritte in passato? – la risposta è, almeno da un punto di vista matematico “si”, in quanto considerando non solo le combinazioni delle 12 note possibili , ma anche le molteplici caratteristiche espressive, possiamo affermare che da un punto di vista combinatorio le possibilità siano quasi infinite. Rimane il fatto che, grazie anche alla letteratura (Marcel Proust) e soprattutto alla nascente psicoanalisi (Sigmund Freud), si sentì l’esigenza di scoprire nuove forme. Queste nuove forme dovevano rappresentare l’inconscio; i primi esponenti di questo nuovo modo di concepire la musica e l’arte in generale furono Ferruccio Busoni e Edgar Varèse. Il limite, se si pensa che siamo agli inizi del 900, era l’utopia di questa nuova musica che non poteva essere concretizzata. Ci furono anche altri due musicisti che si accostarono a loro volta a questo argomento, in modi diversi, ma sicuramente con ottimi risultati: Claude Debussy e Bèla Bartòk, tali da far interessare la musica cosiddetta colta. Il primo basando la sua composizione sull’intuizione, il secondo facendo perno sulla ricerca. Nel frattempo nascono i primi sistemi elettromeccanici per la produzione di nuovi suoni (nuovi intervalli). Continua a leggere