Il musical
Dall 22 febbraio al 5 Marzo 2016 andrà in scena presso l’Arts Theatre di Londra un esperimento in cui un intero musical è stato scritto dal computer. Continua a leggere
Dall 22 febbraio al 5 Marzo 2016 andrà in scena presso l’Arts Theatre di Londra un esperimento in cui un intero musical è stato scritto dal computer. Continua a leggere
Il 5 Gennaio veniva a mancare il compositore, direttore d’orchestra e musicologo Pierre Boulez. Personaggio di primissimo piano della musica del XX e del XXI secolo, fu un ricercatore e presenza carismatica per la cultura musicale europea. Oltrepassando ogni forma di manierismo classico-romantico sperimenta nuovi linguaggi insieme a compositori come Continua a leggere
Il progetto, che vede tra i suoi fondatori la celebre rock star Neil Young si chiama PONO, ed ha già raccolto 4,3 milioni di dollari, grazie alle donazioni della campagna su kickstarter. Si tratta di un lettore audio che permette di ascoltare musica a 24 bit e 192khz come frequenza di campionamento, alla non modica cifra di 400 dollari. In realtà già in passato si cercò di superare lo standard audio CD a 16 bit e 44,100 khz introdotto nel 1982 dalla Philips – Sony , con il DVD audio ed il SACD ( Super Audio Compact Disk), ma entrambi i progetti fallirono commercialmente.
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La computer music è una disciplina che si pone a metà tra l’attività artistica e quella scientifica. Essa prende il meglio di entrambe queste attività. La sua finalità non è comunque l’arido tecnicismo, bensì una ricerca estetica che pone in primo piano la creatività. La creazione di algoritmi di sintesi o di processi di composizione timbrica sono sempre dei mezzi che vengono in ultima analisi vagliati dalla sensibilità del musicista che li usa. Così come la struttura formale dei brani musicali non è semplicemente una velleità intellettualoide dei compositori bensì un vero e proprio espediente estetico funzionale alla qualità artistica delle composizioni, allo stesso modo il lavoro programmazione di algoritmi compositivi e di sintesi sonora che precede la stesura di una composizione non è fine a sé stesso, ma è funzionale alla creazione di sonorità e configurazioni acustiche inedite sulle quali basarsi per esprimere un nuovo pensiero artistico. Continua a leggere
Con l’avvento della registrazione digitale e la messa in soffitta dei vecchi nastri analogici inizia un nuovo capitolo nella storia della registrazione musicale, tralasciando la diatriba analogico vs digitale soffermiamoci su un aspetto fondamentale nella musica ovvero la dinamica. Continua a leggere
Agli inizi del novecento alcuni musicisti si cominciarono a domandare se le combinazioni di note ottenibili per formare una melodia fossero giunte al termine, ovvero il dubbio era – è possibile ancora poter comporre una musica completamente nuova che non usi combinazioni di note già scritte in passato? – la risposta è, almeno da un punto di vista matematico “si”, in quanto considerando non solo le combinazioni delle 12 note possibili , ma anche le molteplici caratteristiche espressive, possiamo affermare che da un punto di vista combinatorio le possibilità siano quasi infinite. Rimane il fatto che, grazie anche alla letteratura (Marcel Proust) e soprattutto alla nascente psicoanalisi (Sigmund Freud), si sentì l’esigenza di scoprire nuove forme. Queste nuove forme dovevano rappresentare l’inconscio; i primi esponenti di questo nuovo modo di concepire la musica e l’arte in generale furono Ferruccio Busoni e Edgar Varèse. Il limite, se si pensa che siamo agli inizi del 900, era l’utopia di questa nuova musica che non poteva essere concretizzata. Ci furono anche altri due musicisti che si accostarono a loro volta a questo argomento, in modi diversi, ma sicuramente con ottimi risultati: Claude Debussy e Bèla Bartòk, tali da far interessare la musica cosiddetta colta. Il primo basando la sua composizione sull’intuizione, il secondo facendo perno sulla ricerca. Nel frattempo nascono i primi sistemi elettromeccanici per la produzione di nuovi suoni (nuovi intervalli). Continua a leggere
Nell’infinità di marche e modelli spesso diventa difficile orientarsi nell’acquisto di una scheda audio, la prima cosa da fare a mio avviso e cercare di capire quali siano le nostre esigenze, ovvero, se lavoriamo essenzialmente su suoni campionati dovremmo preoccuparci della qualità dei convertitori D/A, ovvero di quei circuito che codificano il segnale da digitale ad analogico. Viceversa, se pensiamo Continua a leggere